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Industria 5.0: differenze con l’Industria 4.0 e prospettive future

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L’Industria 5.0 rappresenta un’evoluzione significativa rispetto all’Industria 4.0, portando l’integrazione tecnologica e l’attenzione alle persone e all’ambiente a nuovi livelli.

Ma cosa si intende esattamente con il termine Industria 5.0 e quali sono le differenze con l’Industria 4.0? In termini semplici, si tratta di un paradigma che mette al centro la collaborazione tra uomo e macchina, utilizzando tecnologie avanzate per creare ambienti di lavoro più intelligenti, sostenibili e umanocentrici.

Cosa si intende per Industria 5.0?

Formalizzato in una pubblicazione della Commissione Europea nel 2021, il concetto di Industria 5.0 indica una visione innovativa dell’industria futura, in cui l’interazione tra intelligenza artificiale, robotica avanzata ed essere umano diventa essenziale.

Il termine nasce e fonde due concetti chiave: quello di Industria 4.0 creato in Germania nel 2011 e quello di Società 5.0 creato in Giappone nel 2016. Se il primo si concentra sui processi industriali, il secondo fa luce sui cambiamenti sociali e sulle condizioni economiche.

Ne conviene che, a differenza dell’Industria 4.0, che si focalizzava sull’automazione e sull’Internet delle Cose (IoT), l’Industria 5.0 punta a sfruttare le capacità cognitive e creative degli esseri umani, integrandole con le potenzialità delle macchine intelligenti. Questo crea un ambiente produttivo più equilibrato e sostenibile, centrato su valori sociali e ambientali.

Differenze tra Industria 4.0 e Industria 5.0

L’Industria 5.0 non sostituisce l’Industria 4.0, ma la completa grazie a un focus maggiore sugli aspetti sociali e ambientali.

Se infatti l’Industria 4.0 si concentra sull’automazione e la digitalizzazione dei processi industriali, l’Industria 5.0 enfatizza la dimensione CSR, tramite l’integrazione delle persone e la sostenibilità ambientale. La sinergia tra automazione e collaborazione uomo-macchina è centrale, così come il miglioramento delle condizioni di lavoro e la responsabilità sociale.

L’Industria 5.0 non è quindi una nuova rivoluzione industriale, ma un manifesto che definisce il modo in cui l’industria deve continuare ad evolversi per contribuire pienamente alla transizione economica, ambientale e sociale. Si basa ancora sull’enorme potenziale dell’utilizzo dei dati, ma lo reindirizza verso un nuovo obiettivo: la tecnologia digitale al servizio delle persone, del pianeta e della prosperità.

I pilastri dell’Industria 5.0

L’Industria 5.0 si fonda su tre pilastri principali: la centralità dell’uomo, la resilienza delle infrastrutture e la sostenibilità ambientale.

La tecnologia è utilizzata per garantire la sicurezza dei dipendenti e soddisfare le loro esigenze, piuttosto che chiedere loro di adattarsi alla tecnologia. Le infrastrutture e le catene del valore industriali sono progettate per resistere alle interruzioni, garantendo la continuità del servizio. Infine, i processi sviluppati sono circolari e meno energivori, riducendo le emissioni di gas serra e i rifiuti.

È proprio questo impegno verso una sostenibilità reale e tangibile ad essere uno degli aspetti più significativi dell’Industria 5.0, che mira a ridurre l’impatto ambientale attraverso pratiche produttive più ecologiche. Questo include l’adozione di tecnologie per l’uso efficiente delle risorse, la riduzione delle emissioni di gas serra e la minimizzazione dei rifiuti, contribuendo così a una produzione industriale più responsabile e meno inquinante.

Le nuove tecnologie dell’Industria 5.0

L’Industria 5.0 è caratterizzata dall’adozione di tecnologie emergenti che ne guidano l’evoluzione:

  • Intelligenza Artificiale (AI): utilizzata per analizzare dati complessi e migliorare i processi decisionali.
  • Robotica Collaborativa: i robot collaborativi (cobot) lavorano fianco a fianco con gli esseri umani, migliorando sicurezza ed efficienza.
  • Realtà Aumentata (AR): supporta la formazione e l’assistenza sul campo, fornendo informazioni in tempo reale agli operatori.
  • Internet delle Cose (IoT): connette dispositivi e macchinari, migliorando la comunicazione e la coordinazione.
  • Digital Twin: crea una replica digitale dei sistemi fisici per monitorare e ottimizzare le operazioni, migliorando la manutenzione predittiva.

 

Scopri di più: Industria 5.0 nel 2024: a che punto siamo e le prospettive 2025

Il nuovo decreto sulla Transizione 5.0

Con l’approvazione del decreto Transizione 5.0, l’Italia si appresta a supportare le imprese con un piano di incentivi nella realizzazione di progetti di innovazione che includano significativi risparmi energetici, grazie a un finanziamento di 6,3 miliardi di euro provenienti dal PNRR.

La normativa prevede l’assegnazione di crediti d’imposta per investimenti completati entro il 2025, con una particolare attenzione a quelli finalizzati all’autoproduzione energetica per l’autoconsumo.

Una delle principali novità riguarda l’inclusione di impianti di produzione di energia termica tra i beni strumentali incentivabili. Inoltre, il decreto specifica che le certificazioni tecniche sui risparmi energetici potranno essere rilasciate solo da Ege, Esco e ingegneri qualificati, limitando così la platea dei soggetti abilitati.

L’attuazione di questa normativa mira non solo a promuovere l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale, ma anche a garantire un controllo rigoroso e trasparente dei beneficiari attraverso la collaborazione con il Gse e il monitoraggio da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Bosch Rexroth, con la sua esperienza e innovazione tecnologica, è in prima linea nello sviluppo di soluzioni per l’Industria 5.0, dimostrando una forte competenza nel guidare le aziende verso un futuro più sostenibile e avanzato. Con tecnologie come la piattaforma ctrlX AUTOMATION e i robot collaborativi a 7 assi, Bosch Rexroth continua a essere un pioniere nell’automazione industriale, promuovendo un’integrazione armoniosa tra uomo e macchina per un’industria più resiliente e centrata sulle persone.

 

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